Recensioni La Madia

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Federica De Clemente
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Esperienza eccezionale. Una volta accompagnati al tavolo, ci sorprende la visita dello chef il quale ci dedica preziose attenzioni, una persona veramente squisita. Le sue creazioni sono di conseguenza speciali e raccontano tutto il sapore della tradizione familiare siciliana. Si percepisce l'amore dello chef per la propria terra. Il menu degustazione da noi scelto è stato L'illusione composto da 6 portate più pre dolce e dolce. Usciti veramente sazi e soddisfatti. Che dire, consiglio la visita.
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Giuseppe Sciandrone
+5
Unico ed inimitabile! Il ristorante “La Madia” dello chef stellato Pino Cuttaia rappresenta una delle principali attrazioni culinarie dell’intero territorio siciliano essendo uno dei pochissimi ristoranti a vantare ben 2 Stelle Michelin nell’isola. Innovazione e tradizione vengono proposti in ogni singolo piatto dove non manca di presentazione e storia del nostro amato territorio licatese. Inutile dire che gli ingredienti sono di altissima qualità e a KM0 ( cosa non di poca importanza). Menù completo che parte da quello base (150 euro a quello completo di 190 euro passando per quello nel mezzo di 170 euro). Rapporto qualità prezzo eccellente se si pensa che il ristorante (come già anticipato) è pluristellato. Esperienza da fare!
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mariolo fiftynine
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L’ingrediente segreto. “Il mio ingrediente segreto è la memoria “ In questa frase di Pino Cuttaia che compare su una delle pareti della sua Madia, in quel di Licata, è riassunta gran parte della filosofia dello chef. Senza la memoria non può esservi cucina : quello che noi mangiamo oggi, anche nei ristoranti gourmet, altro non è che l’evoluzione di quello che nonni e bisnonni portavano sulle loro tavole un tempo e che si è trasformato seguendo tecnicismi e contaminazioni. Pino Cuttaia è un maestro in ciò e la sua cucina affascina ed appassiona anche e soprattutto per il suo potere evocativo. Purtoppo i sapori non si raccontano , si può solo tentare di farlo descrivendo le sensazioni che essi sono in grado di scatenare. Perciò potrei parlare della bellezza, semplice o complessa che sia, di alcune sue creazioni ma questo rappresenterebbe solo una parte di quella esplosione di piacere che un suo piatto può indurre. Tuttavia l’essenza dei profumi, le consistenze e i loro contrasti sono parte di un gioco complesso in cui lo chef ti accompagna per poi lasciarti libero di viverla. Esperienza di sensazioni a tutto spessore perciò : basta lasciarsi andare ( anche ad una improvvisa “scarpetta”, perché no…) La cucina in fondo è amore e l’amore va vissuto con spontaneità, fino in fondo. Ovviamente qui parliamo di una cucina mediterranea che propone pesce certamente ma anche carne e soprattutto le meravigliose verdure che queste terre sanno produrre. Sapori intensi, intatti, in un gioco di perfetti equilibri, spesso esaltati dall’aroma delle braci che hanno attraversato o solamente sfiorato ( e qui il potere evocativo, il ritorno all’infanzia e a un tempo che fu scatta immediato !) . Sensazioni ancestrali perfettamente amalgamate con la modernità di spume, arie e quant’altro che danno luogo a texture e connubi modernissimi. In questo viaggio che potrei definire “back to the future” la figura di Pino Cuttaia sarà presente per tutta la sera in maniera gentile e discreta in un ruolo di guida e consigliere ma anche pronto a creare coi suoi ospiti una sincera condivisione di momenti e confronti. La serata scorre agile e la fine del percorso scelto ( Il mare all’improvviso, ndr) arriva senza affanni. Penso proprio che da questa sera dovrò mettere mano alla mia personale Top ten…. Imperdibile!
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Stefano Perrin
+5
ESPERIENZA MEMORABILE. Esordisco così, per descrivere quello che con mia moglie abbiamo provato sabato sera a cena. Lo chef Pino Cuttaia ha saputo regalarci momenti di piacere sublime. Abbiamo preso il menù su suo consiglio, e non siamo rimasti delusi, anzi ad ogni piatto il livello aumentava. Un insieme di sapori che, uniti alla descrizione del piatto da parte del personale di sala efficientissimo e preparatissimo, raggiungevano piaceri che prima d'ora non ricordo aver mai provato. Un'esperienza che consiglio a tutti almeno una volta nella vita. La carta dei vini sicuramente all'altezza del locale con tante proposte della zona, ma anche proposte nazionali e internazionali. Nota colorita, il fatto che lo chef sia stato a sciare in Valle D'Aosta e nel mio paese Torgnon, sicuramente è stata la ciliegina sulla torta. CONSIGLIATISSIMO
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maria alletto
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Il cibo,a volte,diventa ricordi,storia,stupore,passione,amore ma soprattutto sapore.Tutto ciò l'ho ritrovato alla Madia di Pino Cuttaia. Ci ha accolti,consigliati e accompagnati nella scelta di un percorso di degustazione che ad ogni piatto riusciva a sorprenderci per il connubio tra creatività, aderenza alle radici del territorio e tanta ma tanta bontà e ricchezza di gusto.La presenza e la personalità dello chef unitamente ad un servizio in sala ineccepibile hanno fatto da cornice ad una bellissima esperienza che consiglio vivamente a tutti.
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Salvatore Boscarino
+5
Non ci sono parole per definire questa esperienza. Ogni qualvolta andiamo io e mia moglie a La Madia , lo chef Pino Cuttaia ci stupisce sempre. Oggi abbiamo trascorso una giornata stupenda con dei carissimi amici, che mi hanno fatto un regalo veramente originale per il mio sessantesimo compleanno. Grazie amici....
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Consuelo Marzola
+5
Semplicemente meraviglioso. Il ristorante non è molto grande, ma lo spazio e la distanza tra ogni tavolo è più che sufficiente, sia per rispettare la privacy che per le regole anti Covid. Molto buona l'accoglienza e l'attenzione del personale, che è cordiale e molto gentile. Il maestro Cuttaia si è presentato al nostro tavolo e ha preso personalmente l'ordine per la cena. Ci ha aiutato a scegliere il tipo di menu e, dato che io non posso mangiare il glutine, ha modificato le pietanze per me. I piatti sono favolosi, fantastici. Sono pure creazioni. Quasi opere d'arte. Ogni piatto viene spiegato dal maestro in persona o dal cameriere e così ogni assaggio è anche un piccolo viaggio con la mente.
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Gate GG
+5
La Madia è un luogo dove vivere un'esperienza sensoriale unica fatta di sapori, consistenze, umori, visioni e.......di ricordi. Ho salutato Pino Cuttaia definendolo un cantastorie seduttore perché lui rifiuta appellativi altisonanti come chef e artista. Si riconosce come un cuoco "artigiano" il cui ingrediente principale dei suoi piatti è la memoria. E lo scrive sulla parete del suo locale in cui l'arredo e la mis en place sono sì eleganti ma essenziali per non togliere la scena a quello che conta davvero: il racconto e la storia che prima leggi con lo sguardo e poi ti esplode in bocca. Pino Cuttaia è la Madia, si prende cura di tutti I suoi ospiti come se fossero I suoi ospiti più importanti, anche di chi, come noi, non conosceva e che abbiamo esordito dicendo che uno dei due commensali non apprezzava il pesce. Il cantastorie invece, pescando nella sua memoria, ha saputo ritrovare sapori vegetali imbastendo nel piatto una storia meravigliosa con le melanzane e col cavolfiore. Ci ha intrattenuto con la sua storia, coi suoi ricordi, con la sua filosofia di cucina, con semplicità e passione e h usato questa frase: ci penso io a voi. E così è stato. La nostra visita è stata un pranzo di un lunedì di giugno ma non appena ci siamo seduti siamo usciti dal tempo e dallo spazio e ci siamo affidati. Le suggestioni di Cuttaia sono declinate in 3 menù tutti "visionari" di cui sicuramente l'ultimo "La scala dei Turchi" è solo un titolo che evoca proprio l'ultimo dei suoi piatti iconici. Si può scegliere a la carte oppure fare come noi e affidarsi alle sapienti cure di Pino. Rimarrete estasiati dalle consistenze così uniche, dalla miscellanea di gusti e di colori come in un dipinto impressionista, dagli accostamenti insoliti e dalla somiglianza con alcuni scorci della natura siciliana come ad esempio con la marna bianca della Scala dei Turchi. La Madia vale il viaggio comunque ma, se vi trovate in Sicilia, dovete assolutamente conoscere Pino il cantastorie seduttore e la sua cucina visionaria.
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Gianni Tapra
+5
È molto soggettivo ma a chiunque tu faccia la domanda: preferisci Ciccio Sultano o Pino Cuttaia? Le risposte saranno quasi sicuramente 50 e 50. La location indubbiamente gioca a favore del primo, ma la cucina, dolci a parte, è secondo me, appannaggio del secondo. Poi è anche vero che Licata non aiuta ma ad un gourmet viaggiatore, poco importa.
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Ernesto Sansone
+4
La sala è elegante anche se stona il finto parquet. La proposta culinaria eccellente. Racconta i sapori del territorio senza dimenticare le sue origini umili per far rivivere ai clienti i sapori e gli odori di una volta. Abbiamo chiesto se lo chef era presente ma ci è stato risposto in maniera un po’ vaga che forse sarebbe arrivato, non lo abbiamo mai visto! Dei tre menu degustazione proposti abbiamo scelto il più completo “Scala dei turchi”. Abbiamo chiesto se era possibile scegliere un abbinamento di vini ma, vista la loro titubanza sopratutto dopo aver espresso la nostra preferenza di vini rossi, abbiamo optato per scegliere un etichetta e una cantina che già conoscevamo e che fortunatamente avevano, Vino frappato Arianna occhipinti 2016 (100 euro). Vinificato in tini di cemento e affinato per 12 mesi in grandi botti di rovere. La figura del sommelier non può essere assunta anche da chi serve e presenta i piatti sopratutto in un ristorante con due stelle Michelin. L’eccellenza degli ingredienti è esaltata dalla originale ricerca di gusti e abbinamenti, dalla ottima tecnica di preparazione e dalla spesso sorprendente presentazione dei piatti proposti. Il risultato è una esperienza sensoriale che vale assolutamente il viaggio. Questo è ciò che abbiamo degustato noi: Bollicine Vivo Milazzo Con una ricca carrellata di 6 antipasti inizia il nostro pranzo: merluzzo con spuma di patate, Nuvola di Caprese, l’idea nasce dalla pellicina del latte La Nuvola di mozzarella viene centrifugata e finita con origano, pomodoro secco, basilico, crostino di pane sotto, imbevuto di spremuta di pomodoro, pesto di basilico e olio extravergine: un piatto fantastico, profondamente meridionale. Il “panino con la mortadella” Con le sembianze di una cassata con salume di mare e salume di terra Mortadella e sfoglia di seppia con mostarda di Cremona … connubio tra nord e sud e la rosetta che vuole ricordare il pane e mortadella Accompagnato con Rosolio, “spritz della nonna”, a base di estrazione di mandorle che vuole ricordare il marzapane della cassata. La fettina: Un piatto molto romantico … la classica “fettina” (reinterpretata con il Tonno Alalunga), l’attenzione della mamma interpretata dalla creatività dello chef. Accompagnata da una foto d’epoca con una frase molto suggestiva … Accompagnati da olio e pane caldo fatto in casa con lievito madre per fare la scarpetta. Tuffo. Un piatto che omaggia la scala dei turchi con acqua di mare che crea un meraviglioso movimento di bollicine ripieno di raviolini di seppia ripieni di ricci di mare … che vuole riproporre la sensazione di stare su uno scoglio a mangiare i ricci, servito con cucchiaio caldo a rappresentare il tepore prima di tuffarsi in acqua … spettacolare “Polpo “Nummari” (dentro il mare) un polpo portato a tavola con la sua acqua di cottura accompagnato da frutti di mare disidratati (tutto ciò di cui si ciba il polpo: cozze, vongole… ) una polvere da polverizzare con le proprie mani (chiudendola nel pugno) nel piatto creando una sorta di sabbiolina che da croccantezza al piatto volendo ricreare l’abitat naturale del polpo. Risotto “nettare”: riso carnaroli con bisca di scampo con l’acidità data dalla polpa di pomodoro giallo… Trancio di ricciola su carbonella di mandorle a riprodurre un barbecue servito con olio di cenere per dare sapore al barbecue e purèe di patate che va preso con pizza ed intinto nell’ accompagnamento. Come Pre dessert: Crema al limone cotta con fragola pochet, Divino! Dulcis in fundo: Cornucopia, Cannolo rivisitato, classica cialda di cannolo ripiena di ricotta con marmellata d’arancia, canditi e pistacchio con gelato al pistacchio in abbinamento .. Mascarpone rivisitato come se fosse un tiramisù : alla base un biscotto bagnato con caffè e sopra un gelato al marsala e del crumble. Millefoglie con crema chantilly e gelato alla nocciola per assaggiare altro gusto Piccola pasticceria Mandorle insabbiate canditi di arance Siamo stati bene e abbiamo mangiato divinamente ma per favore non fatevi mancare il sommelier! In definitiva: Chapeaux
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Francesco Giannici
+5
Pienamente all'altezza della sua fama. Anche la degustazione più breve, da 5 portate (in successione molto serrata) è ben lontana dagli stereotipi di nouvelle cuisine con porzioni striminzite. In un certo senso, questa è più una super-trattoria, con preparazioni ricercate ma ingredienti semplici. Anche il servizio (così come i dintorni molto poco glamour) è in linea con questa idea di semplicità, senza inutili salamelecchi e impiattamenti sfarzosi, ma pronto a soddisfare le esigenze dei clienti senza sussiego. L'unico aspetto da portare "a due stelle" forse sarebbe la toilette, per quanto sia un dettaglio. Cantina con buon assortimento di vini siciliani, soprattutto locali, e poche sorprese. Prezzo giustamente alto.
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Alessandro Barachetti
+5
Vale assolutamente il viaggio…..che tu faccia 100 km in auto o 2 ore di aereo! Il locale è molto accogliente, peccato però per l’ubicazione. Complimenti allo chef!!
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Miriam Leone
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Difficile scrivere qualcosa su un ristorante ed il suo chef pluristellato. Quello che posso dire è che sicuramente è un'esperienza da fare almeno una volta nella vita. Per me, che sono un'appassionata di cucina, è stato il regalo di compleanno più bello mai ricevuto prima. Atmosfera essenziale ma elegante: sotto il cielo stellato che illumina l'ambiente, tavoli ricoperti da lunghe tovaglie bianche e poltrone di pelle scura. La musica classica in sottofondo accompagna questa magica esperienza culinaria. Lo chef parte dalla tradizione per poi mallearla a suo piacere, ottenendo come risultato grandi piatti che lasciano il segno nella memoria.
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Nicola Barone
+5
Lo chef Cuttaia è stato molto presente in sala per tutto il servizio. Menu degustazione che ci è stato modificato in base ai nostri gusti. Il prezzo è chiaramente giustificato dalla qualità, realizzazione e studio dei piatti. Consigliatissimo.
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Rosita Gariti
+5
Più che una recensione è un invito ad andare a trovare lo chef Pino Cuttaia nel suo regno. Ogni parola sarebbe limitante e non riuscirebbe a descrivere l’emozione che si prova al cospetto della sua cucina. Mi concedo una visita almeno due volte l’anno, ma solo per problemi logistici, ed ogni volta è una sorpresa, una scoperta di sapori. L’ambiente che ci accoglie si distingue per l’eleganza essenziale nei colori e negli arredi. Una grande finestra si apre su un giardino siciliano che evoca profumi e colori di questa splendida terra. Il menù degustazione comincia ed è una continua esplosione di sapori, emozioni, memoria .... Nessuna descrizione potrà mai essere esaustiva e rendere minimamente l’idea, solo un consiglio : andate e godetevi l’esperienza, come dice la guida Michelin, vale il viaggio!
4
Dario Casuccio
+4
Posto di classe e cibo di qualità, il quale nasce da un cuore ed un'idea semplice ma di esecuzione assai elaborata. Molta cura a sapori, odori e buon gusto visivo. Prezzo in linea con quanto offerto. Non do la quinta stella perché mi sarebbe piaciuto chiudere con un buon limoncello, magari artigianale, cosa di cui invece erano sprovvisti.
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d r
+5
Che dire? Pino Cuttaia, è un vero, grande chef. Le due stelle sono meritate e mangiare da lui è un piacere. Conto elevato, in linea alla qualità
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Luca Spina
+5
Ora capisci perché le stelle sono 2! Esperienza più che positiva. Percorso culinario studiato sull'esigenze dei clienti... Portate che a vedere sembrano opere d'arte. Tutto buonissimo dai vari antipasti al dolce... Attenzione al cliente. Location top. Vale il viaggio!
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