Recensioni Confine - Pizza E Cantina

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Daniele Dalledonne
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Pizza straordinaria, la fritta levitava sopra il piatto da quanto leggerà, sapore intenso e una materia prima, come l’olio, strepitosa. Ma poi si arriva al dolce, e si rimane spiazzati. La tartelletta di lastra frolla è croccante e sottilissima, una crema al limone profumatissima dalla consistenza e dal sapore equilibratissimo, un finale che non ti aspetti. Bravi!
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Luca Delcarro
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Esperienza di un'altra categoria rispetto alla classica pizzeria a cui si è abituati. Consiglio di optare per la degustazione (1 fritto + da 3 a 5 fette) per provare più tipologie di pizza, non solo in termini di "farcitura" ma anche e soprattutto di impasto e metodo di cottura. La 4 formaggi è stata la mia preferita, mentre la mia morosa ha apprezzato un sacco la classica Margherita! In generale comunque il livello è altissimo. Ci torneremo sicuramente per provarne altre. Prezzo altino, ma corretto, considerando materie prime, impegno e anche la zona. Unico piccolo neo, la saletta è molto piccola e rumorosa, questo ostacola a volte la voce dei camerieri durante le spiegazioni delle pizze.
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Gaetano La Montagna
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Una bella scoperta. Qui forse si mangia la miglior pizza oggi a Milano. I calzoni soprattutto ci sono piaciuti tantissimo. Ma il menu è davvero tutto invitante. Anche i fritti ci sono piaciuto moltissimo. Interessanti gli abbinamenti col vino. Il servizio è stato cortese, anche se con qualche piccola disattenzione iniziale. L'ambiente è pulito e ordinato, forse un po' algido per una pizzeria. I prezzi sono un po' alti ma la qualità che propongono lo richiede.
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Gianni Carenzi
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Io e la mia compagna abbiamo optato per il percorso degustazione e per il consigliatissimo pairing di vino, una cosa unica per questo tipo di proposta gastronomica. Si comincia con un confort food che sa proprio di domenica a pranzo in famiglia, una crocchetta ripiena di ossobuco adagiata su spuma di patate allo zafferano e midollo, semplicemente stupendo! Un plauso in più per il fatto che il crocchè non ha ustionato il palato, cosa non trascurabile dato che generalmente si tratta di un antipasto e quindi il rischio è di portarsi il palato bruciato per tutto il pasto. L’abbinamento è stato qui da manuale: uno champagne Brut Nature di Laurent-Perrier, della serie “ti piace vincere facile”! Partiamo con le pizze: una Zia Maria a base di ventresca di tonno, olive nere infornate di Ferrandina (presidio Slow Food!) e crema di cipolle rosse di Tropea. Ottimo l’equilibrio di sapori e spettacolare l’impasto che è stato una costante di tutte le portate. Molto valido l’abbinamento con un Fiano di Avellino Bechar di Caggiano del 2022, forse leggermente scarico al naso, ma estremamente piacevole in bocca con una nota verde che stava molto bene in bocca. Si prosegue con la CAP 84099, che si intuisce essere il CAP dello chef e zona da cui provengono gli ingredienti principali: tartufo nero, porcini, salsiccia di maiale e provola affumicata su crema di patate. La pizza nel complesso mi è piaciuta e penso che il suo potenziale sarebbe immenso se abbinata agli stessi ingredienti però provenienti dalle zone di rispettiva eccellenza, ossia Norcia o Abruzzo per il tartufo nero e la zona del Passo del Cerreto/Borgotaro per il porcino. Infatti se pur apprezzabilissima la scelta anche romantica nell’utilizzare ingredienti di casa dello chef, li ho trovati però un po’ scarichi di profumo e sapore e coperti dall’ottima salsiccia al coltello. Abbinamento qui eccezionale con un altro Champagne Rosè Extra Brut di Jacquart. Proseguiamo con La Non è Croccante, a base di funghi Shitakee saltati al burro di Normandia, misticanza di campo, picanha stagionata 8 mesi e nocciole tostate. Splendidi i contrasti di consistenze, temperature e sapori perfettamente in armonia. Il vino qui abbinato è da uscir pazzi! Un uvaggio toscano di Petra a base di Cabernet Sauvignon, Franc e Merlot del 2018. Passo quindi alla Mast’Mario con la pancia di maiale marinata in salsa di soia e la crema di cipolle di Tropea fermentate come ingredienti protagonisti. Curioso e ben riuscito l’abbinamento con il rosè Sof a base di Cabernet Franc e Syrah della Tenuta di Biserno. Tocca ora a la “finta” Rossa, dove su una crema di zucca all’aglio si trova una fantastica lonzetta con tartare di gamberi rossi e il tartufo nero che questa volta ho trovato fantastico al punto da aver chiesto confer al cameriere che si trattasse dello stesso prodotto precedentemente assaggiato. Ottimo anche qui l’equilibrio e l’eleganza dei sapori, dei profumi e il solito gioco di contrasti delle temperature (caldo/freddo) e dolce/salato dei vari ingredienti. Una gran pizza davvero, forse la migliore fin qui assaggiata. Qui l’abbinamento è ancora con uno champagne di Laurent-Perrier in versione rosè. Ottimo non c’è che dire, però mi sovviene a questo punto un suggerimento: se in una degustazione di 7 calici mi proponi tre champagne, forse potresti sostituirne uno con una bollicina italiana, magari un Franciacorta che secondo me starebbe molto molto bene, o, perché no, un Aglianico del Cilento… Dulcis in fundo il carrello di dolci che qui è impersonificato dalla pizza Botox a base di fonduta di caciocavallo stagionato in grotta, fiordilatte, blue a latte crudo di bufala, confettura di fichi bianchi del Cilento, chips di Parmigiano Reggiano e basilico. Allora qui l’asticella tocca vette mai raggiunte e se è vero che forse una pizza intera così può essere eccessiva, nella sua versione degustazione è il top dei top. Applausi a scena aperta! Il percorso del vino si chiude con un eccellente Gewurtztraminer dell’Alsazia di Hugel. Anche qui un abbinamento da manuale del pairing.
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Daniele Simoniello
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Credo che sia una delle migliori pizzerie in assoluto. Ho notato da subito il lavoro che c'è dietro ad ogni singolo prodotto, la ricerca miticolosa di ogni piccola cosa. Per non parlare poi dell'impasto, della scioglivilezza e del sapore dello stesso che rende tutto più delizioso. Ci ritornerò con molto piacere. Grazie
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Dalila
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Piacevolmente sorpresa per quanto abbiamo mangiato bene. Non mangiavamo più pizza napoletana da anni, ma questi 2 ragazzi sono stati in grado di farci emozionare. Infatti mentre mangiavamo, stavo già pensando di ritornare per un’altra esperienza. Si possono condividere le pizze, tutte fatte con un pensiero dietro e non fatte a caso, la pizza Carminuccio ci ha fatto letteralmente commuovere. Sapori semplici di una volta abbinate alla perfezione tra di loro. La carta dei vini è molto interessante, infatti noi spesso apprezziamo più il vino o lo champagne con la pizza. Molto molto bravi. Alla prossima 😉
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Filippo Formenti
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Pizze gourmet con un livello altissimo di materia prima. La pizza fritta (non chiusa classica) con culatello e bufala spettacolare! Certo, bisogna un po’ far pace con il conto a fine pasto ma la pizza è un’opera d’arte e l’ambiente molto curato.
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Tiziana Senisi
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Il miglior modo di vivere si esprime dalle piccole e buone cose. La magia di tutto ciò che assapori porta a farti viaggiare con la mente e con il cuore. Francesco con i suoi abbinamenti sa creare tutto questo. L'apertura di questa nuova esperienza culinaria ti porta a voler sperimentare tutto questo. Complimenti a tutto lo staff per ogni minima attenzione al cliente.
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Mimmo Fasano
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Fosse per me darei 10 stelle!! È un locale che si contraddistingue rispetto agli altri. Pizza e Cantina di qualità ricercatissima Ogni pizza è un opera d’arte, partendo dalla genuinità degli ingredienti alla professionalità del pizzamaker che si vede che ci mette il cuore in quello che fa. Ampia scelta di vini e bollicine, che il sommelier sa abbinare alla perfezione alla pizza o alla degustazione scelta, motivandone caratteristiche e provenienza!! Servizio puntuale e cortese
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Luigi Pizzolante
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È senza dubbio la migliore pizzeria d’Italia. Sono campano e nessuna pizzeria nella mia terra si è spinta così oltre, Confine evolve il concetto di pizzeria, quindi se è possibile annoverarla tra queste, di sicuro le batte tutte. Il menù degustazione è eccellente, propongono fritti molto ricercati, cambi di consistenze, tutti con impasti molto buoni, i migliori topping che possiate mai immaginare e un pairing con vini di eccellenza. Non avrei mai immaginato di fare un percorso degustazione così esaltante e ben strutturato in una pizzeria. Locale elegante e servizio professionale.
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Giovanni Perrone
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Chi l'ha detto che esiste solo l'alta cucina? Esiste anche l'alta pizzeria. Pizze trattate come veri e propri piatti, quindi attenzione non solo agli ingredienti, ma anche alle cotture (pizza al forno, fritta, nel padellino, imbottita...). E come nei grandi ristoranti anche il menù degustazione. Eccezionale la tecnica, inutile anche dirlo.
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Lorenzo Gherzi
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Eccellente pizzeria gourmet nel cuore delle 5 vie. Il locale è curato ed elegante, servizio preparato e veloce. Il menù propone pizze con ingredienti di ottima qualità, ben assortiti e perfettamente bilanciati. Non ho avuto l'occasione ma tornerò sicuramente per il menù degustazione. Prezzi nella media di Milano.
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Andreina D'Auria
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È con entusiasmo che si entra da Confine, e le aspettative sono più che confermate. Ambiente perfetto, personale gentile e competente. La pizza è eccellente, così come i fritti. Emerge la cura e la selezione del prodotto, a livelli molto alti, per niente scontata. È un posto che si distingue per l'equilibrio perfetto di tutto quanto contraddistingue un ristorante, perché Confine è una esperienza, molto piu che (solo) pizzeria.
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Giovanni Capuano
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IG @giovanni.rxs Al parco divertimenti @confine_milano di @pizzamaker_francesco (ex Locanda dei Feudi), una delle degustazioni più importanti che abbia mai vissuto; inaspettatamente in quel di Milano. ☞ 𝐁𝐚𝐨: a vapore e poi fritto, è farcito di una genovese che pare una confettura dolce e rassicurante, croccanti cubetti di succosa mela annurca, del batuffoloso pecorino romano, una tartare peperina che, fredda, è lo stacco che non ci si aspetta, e basilico. Soffice, il morso attraversa una nuvola piacevolmente alveolata e dalla untuosità giusto accennata come d’intenzione. Una nuvola che al morso racconta una storia che crea dipendenza. Partenza formidabile. 𓏊 𝐋𝐚𝐮𝐫𝐞𝐧𝐭-𝐏𝐞𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫 - 𝐔𝐥𝐭𝐫𝐚 𝐁𝐫𝐮𝐭 𝐂𝐡𝐚𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐞: Pinot nero e Chardonnay a dosaggio zero di grande struttura. Croccante ed elementare alla lingua e al palato; lungo e complesso. Agrumi e alberi da frutto. Burro e miele. Leggere note sapide. Straordinario, specialmente quando abbinato ad un tale entrée fritto. ☞ 𝐒𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐯𝐮𝐨𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐞 𝐟𝐚𝐜𝐢𝐥𝐞: croccante e scioglievolissima fritta e al forno con un dolcissimo Antico pomodoro di Napoli che esplode in bocca. ☞ 𝐅𝐫𝐚𝐠𝐫𝐚𝐧𝐭𝐞: shiitake saltati al burro di Normandia chiarificato e aceto di riso, misticanza di campo, picanha stagionata 8 mesi amarezzata tanto da sciogliersi in bocca, maionese alla nocciola tonda e nocciole tostate. Padellino in due consistenze perché se la base è ferma, la superficie è fragrante come una millefoglie. La croccantissima nocciola apre al morso una danza di umami che permea tutti gli ingredienti. Non ho idea a questo punto cosa aspettarmi… 𓏊 𝐀𝐧𝐝𝐫é 𝐉𝐚𝐜𝐪𝐮𝐚𝐫𝐭 - 𝐄𝐱𝐩𝐞𝐫𝐢𝐞𝐧𝐜𝐞 𝐑𝐨𝐬é 𝐝𝐞 𝐒𝐚𝐢𝐠𝐧𝐞𝐞 𝐂𝐡𝐚𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐞: 80% Chardonnay e 20% Pinot Noir, Côte des Blancs. Uno dei vini più particolari e complessi che abbia mai degustato; si tratta di un un rosé con aggiunta del 20% di vino rosso. Agrumi rossi, con una personalità speciale. Fresco e succoso, austero ed asciutto di gran persistenza e moderate bollicine. ☞ 𝐌𝐚𝐬𝐭’ 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐢𝐧 𝐎𝐫𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞: crema di patate affumicate, fiordilatte, pancia di maiale marinata in salsa di soia, cipolla rossa di Tropea fermentata, prezzemolo, olio evo DOP “Colline Salernitane”: arriva dunque una pizza al forno di stampo tradizionale! La cipolla è la prima cosa che assaggio, come fosse una chips: sapore complesso, tendente all’acidulo con dei rimandi a note caramellate. Nonostante siano assenti, i sapori di funghi e tartufi mi sovvengono immediatamente, dandomi l’ebrezza di una boccata d’autunno. La salsa di soia non si avverte ma dona complessità alla pancia di maiale si rivela inaspettatamente delicata. Sentori di affumicato e morbidezze varie riempiono e coccolano il palato. 𓏊 𝐕𝐢𝐧 𝐏𝐎𝐏 - 𝐂𝐡𝐚𝐭𝐞𝐚𝐮 𝐒𝐮𝐫𝐚𝐢𝐧 - 𝐍𝐞𝐰𝐬 𝐃𝐫𝐢𝐧𝐤𝐞𝐫: uno splendido Bordeaux che al naso esplode in sentori di ciliegia, more e mirtilli; legnoso ed affumicato, intenso e strutturato, ma non per questo di non facile bevibilità. ☞ 𝐁𝐨𝐭𝐨𝐱: fonduta di caciocavallo stagionato in grotta, fiordilatte, blue a latte crudo di Bufala, confettura di fichi bianchi del Cilento, chips di Parmigiano Reggiano, basilico, olio evo monocultivar “Leccino”. Ricorda molto la “quattro formaggi” declinate sia dai loro conterranei @iborbonipizzeria che da @sasamartucci. L’abbiamo chiesta come dessert — il blue piacevolmente complesso ed erborinato tagliato dalla dolcezza della confettura e dalla morbidezza della fonduta che fa da base alla fetta. Degna conclusione.
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